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E ADESSO?… (5)


di jeepster
18.04.2024    |    15.137    |    7 9.4
"Allargo il plaid, mi ci posiziono e faccio segno a Davide di avvicinarsi..."
«…ci siamo alzati tutti e ci siamo trasferiti nell’altra sala e così è iniziata una delle esperienze più belle e gratificanti della mia vita».
«Ci credo pa’, da quel che mi hai detto, penso che piacerebbe anche a me un’esperienza simile… Ma li fanno ancora questi corsi?»
«Non lo so, dopo che è finita la storia con Umberto, non ho terminato neanche il secondo corso invernale, non me la son sentita di continuare ad andarci»
«Capisco… e invece com’è cominciata la vostra storia?»
«Prima di arrivare a lui, voglio dirti che da quel corso estivo neanche Michele ne è uscito, per così dire… “indenne”»
«In che senso?»
«La prima parte del corso, quella in cui ognuno faceva gli esercizi singolarmente, filò abbastanza liscia… per quanto settimana dopo settimana c’era sempre qualcuno che abbandonava. Quindi da una trentina circa di iscritti iniziali ci ritrovammo in 14 a proseguire nella fase del “Partner-Yoga” nudi. C’è da dire che solo tre coppie erano miste maschio e femmina: una di fidanzati, una di sposati e un’altra di due che avevano familiarizzato durante la prima parte del corso; poi c’erano due coppie di amiche donne, una coppia gay e poi io e Michele. Oltre alle figure consuete che però venivano eseguite in due, ne furono aggiunte altre che prevedevano un contatto fisico molto stretto, a volte faccia a faccia altre volte uno dietro l’altro»
«Ma non c’era qualcuno che si eccitava?»
«È questo il punto. Già dalla prima lezione al chiuso Umberto ci aveva messo in guardia, disse: “La sessualità è qualcosa d’imprescindibile per l’essere umano, però bisogna stare attenti a non dargli più importanza di quella che ha. Soprattutto all’inizio ci saranno alcuni che potrebbero provare una certa eccitazione di natura sessuale e questo è perfettamente normale; tranquillizzatevi e procedete come se niente fosse, la cosa sfumerà da sé". Difatti non accadde mai niente d’imbarazzante o spiacevole ma qualche accenno di erezione ci fu e capitò anche a Michele, quando iniziammo a fare gli esercizi in coppia. Io non ne feci cenno, per evitare dì creargli imbarazzo, invece fu lui a parlarmene quando stavamo tornando a casa insieme, dopo il quarto appuntamento della seconda fase del corso. Andavamo al centro sempre con una macchina perché ci era stato raccomandato espressamente che, ove possibile, era meglio evitare di venire ognuno col proprio mezzo. A un certo punto lui mi fa: “Ettore ma tu ti sei accorto che mentre facciamo certi esercizi a me viene duro? Ti dà fastidio la cosa?”. Al che in tutta sincerità gli ho risposto: “A dire il vero me ne sono accorto ma non gli ho dato alcun peso, non mi dà nessun fastidio; d'altronde Umberto ci aveva preparato a questa eventualità, ho pensato che fosse una cosa normale”. “Tu dici? A me invece questo fatto mi ha piuttosto turbato – continua lui – mai avrei immaginato di provare certe sensazioni; da un po’ di giorni non faccio altro che pensare a questo: forse dovrei riconoscere di essere attratto sessualmente anche dagli uomini?”. “E qual è il problema? – faccio io – non saresti né il primo né l’ultimo ad essere bisex, per quanto mi riguarda non cambierebbe neanche di un millesimo l’affetto e la stima che ho per te”. “Anche tu lo sei?” mi chiede. “No, non ho mai avuto rapporti con uomini e nemmeno desideri di questo tipo – gli rispondo – però ti confesso che ultimamente anche a me è passato per la testa qualche pensiero strano”. “Ah, davvero? Io vorrei tanto trovare qualcuno con cui soddisfare questa mia curiosità” e così dicendo poggia la sua mano sulla mia coscia mentre guido. Io non ho fatto niente, mi sembrava solo un normale gesto di confidenza tra amici ma dopo un po’ comincia a lisciarmi la coscia e allora gli rivolgo lo sguardo per un attimo e lui mi sorride e strizza l’occhio. Non ce l’ho fatta a trattenermi e così sono esploso in una fragorosa risata, al che lui ha ritratto la mano e con tono irritato mi fa: “Che cazzo ridi?”. “No Michè’, non fraintendere, non sto ridendo di te. È che per un attimo ho immaginato noi due che proviamo a fare sesso e non ho saputo trattenermi” gli dico, per poi continuare a ridere. “Vabbè, hai detto che anche tu ultimamente hai avuto certi pensieri… e poi io non saprei proprio a chi altro rivolgermi” si giustifica lui. “Ti capisco, solo che ti sei rivolto alla persona sbagliata, siamo amici da una vita e io proprio non riesco neanche lontanamente a immaginarti come mio partner sessuale. Hai visto? Solo a pensarci mi viene da ridere”. “Okay, hai ragione, era una cazzata quella che avevo in mente… ma allora che pensieri hai avuto?” mi chiede. “Beh, ultimamente mi sento sempre più attratto dal nostro maestro di Yoga” gli ho risposto. “Cosa? Da Umberto? – chiede stupito – con lui non hai speranza, a quello piacciono solo le donne, non hai visto quante gliene girano sempre intorno? Credo che ci sia la fila di quelle che vogliono portarselo a letto”. “Hai ragione, è così – ammetto io – ma purtroppo è lui che mi ha suscitato certe fantasie ma so benissimo che resteranno tali”. “Ah, purtroppo? – fa lui – vuol dire che a letto con lui ci andresti?”. “Beh, non ti nascondo che sarei felice se dovesse essere proprio Umberto il mio primo uomo” gli rispondo ridacchiando. “Senti Ettore, c’è un’altra cosa che devo dirti: io non vengo la prossima settimana” continua lui. “Ma avevi detto che saltavi solo l’ultima settimana” ribatto io. “Simona mi ha chiesto di accompagnarla per fare alcuni acquisti e sbrigare delle faccende prima di partire e vista la situazione mi sa ch’è meglio così, non sia mai che mi tocchi fare qualche figura di merda con queste mie imbarazzanti erezioni”. “Ho capito, va bene”. Poco dopo siamo arrivati sotto casa sua e ci siamo salutati».
«E quindi sei rimasto senza partner, come hai fatto?» chiede Davide.
«La settimana seguente quattro persone avevano dato forfait; oltre ad Ettore, anche la coppia di sposati e la donna della coppia che si era formata durante il corso, quindi fu gioco forza diventare il partner dell’altro che era rimasto senza»
«E com’è andata?»
«Si chiama Francesco, un tipo molto simpatico, ci siamo subito trovati bene… però anche lui ha poi saltato l’ultimo appuntamento del corso e così essendo rimasto l’unico “scoppiato”, Umberto mi ha chiamato vicino a sé in quello che era diventato ormai un semicerchio con noi due davanti a tutti gli altri: la coppia di fidanzati, le due coppie di sole donne e la coppia gay, nei cui sguardi mi è parso di notare una punta d’invidia, essendo Umberto, come avrai capito, quello che si suol dire “un figo da paura”»
«Embè pa’? anche tu lo sei»
«Grazie Davide, troppo buono… ad ogni modo fino a un certo punto la lezione con lui è filata liscia, ma in un esercizio, quando lui da dietro mi cingeva tenendo la sua mano destra sul petto sopra al cuore e la sinistra all’altezza del mio ombelico, non so come o perché, mi è presa come un’incontrollabile tremarella, al ché lui ha avvicinato la sua bocca al mio orecchio destro, mi ha stretto più forte a sé e sussurrando mi ha detto queste parole esatte: “Calmati, sei nel posto più sicuro del mondo, non c’è niente di brutto che può accaderti”. Il suo abbraccio protettivo e la sua voce dolce e suadente hanno avuto l’effetto di calmarmi quasi istantaneamente, ho buttato indietro la testa e mi sono abbandonato completamente tra le sue braccia, quindi tenendomi sempre stretto ha continuato dicendomi: “Adesso respiriamo insieme profondamente: inspira… espira, inspira… espira” dopo cinque o sei respiri mi era passato tutto»
«Che bel momento pa’… non è difficile innamorarsi di uno così»
«Già. Se dovessi provare a dire qual è stato l’attimo in cui ciò è successo, direi che è stato proprio quello»
«E poi cos’altro è accaduto?»
«Poi c’è stato il momento in cui entrambi abbiamo deciso di giocare a carte scoperte… verso la fine della lezione abbiamo fatto un esercizio in cui eravamo seduti uno di fronte all’altro e la posizione di una delle nostre gambe era tale che le dita dei piedi quasi arrivavano a toccare la punta del pene dell’altro, i movimenti delle torsioni portarono inevitabilmente ad un contatto. A quel punto ho cercato il suo sguardo per capire se la cosa lo infastidiva, invece mi ha sorriso e ha iniziato a solleticare la punta del mio con le sue dita, perciò ho subito fatto la stessa cosa»
«Dio pa’, è incredibile!»
«Cosa c’è d’incredibile? È solo un modo un po’ insolito di fare “piedino”! ah ah ah ah!»
«Già!... ah ah ah ah ah!»
«Quando ci siamo salutati alla reception lui mi dà il suo biglietto da visita e mi dice “Di solito non do lezioni private ma per te posso fare un’eccezione, chiamami se sei interessato”. Inutile dirti che l’ho chiamato il giorno dopo e così abbiamo iniziato a frequentarci»
«Che peccato che sia finita pa’, mi sa che eravate una bella coppia»
«Chissà? Forse. Il fatto è che lui non voleva essere una coppia; è stato comunque un bel periodo quello trascorso insieme»
«Dai papà, adesso fammi vedere qualcuno di quegli esercizi, facciamoli io e te»
«Ma no, dai, lasciamo stare»
«Perché no? Insisto, ti prego»
«Per carità Davide, non insistere, non vorrei che la cosa degenerasse»
“Cazzo! – penso – questo non lo dovevo dire”
«Se tu non vuoi che degeneri non degenererà» ribatte fissandomi con un’espressione di sfida.
“E adesso?... – penso – Potrei inventare una scusa ma ho un figlio troppo intelligente, non funzionerebbe, forse è meglio accettare la sfida”.
«Va bene, ma solo alcune figure o esercizi, ormai ho dimenticato quasi tutto»
«Grazie pa’, dove ci mettiamo?»
«Resta qua, vado a prendere un plaid da stendere a terra»
Torno in cucina dopo un minuto e trovo Davide che si è già tolto i suoi boxer.
«Io mi sono già spogliato, lo facciamo nudi, vero?»
«Certo, hai fatto bene» e così dicendo anch’io mi libero della leggera vestaglia di seta che è l’unica cosa che indosso. Allargo il plaid, mi ci posiziono e faccio segno a Davide di avvicinarsi. Siamo uno di fronte all’altro, ci fissiamo negli occhi per alcuni secondi poi inizio a mostrargli alcune figure dello yoga e qualche esercizio.
«Facciamo quelli che hai fatto con Umberto?» mi fa dopo un po’.
«Va bene. Mettiti davanti a me voltato di schiena con le braccia lungo i fianchi… bene, sincronizziamo la respirazione mentre io comincio a massaggiarti lievemente il capo per poi scendere lentamente accarezzandoti il collo, le spalle, le braccia e arrivare fino a coprire il dorso della tua mano e intrecciare le mie dita con le tue… a un certo punto, anziché arrivare fino alle mani, sposto la mia mano destra per poggiartela sul petto sopra al cuore e la sinistra appena sotto l’ombelico e respiriamo insieme, così»
Dopo qualche respiro lui fa: «Sì, papà, è bellissimo questo esercizio, mi sembra di entrare in un’altra dimensione»
Per un attimo mi cade lo sguardo sul pene di Davide e noto che ha acquistato una maggiore consistenza rispetto a poco fa.
«Bene, adesso ti mostro un altro esercizio. Girati di fronte e avvicinati ma in modo che i nostri corpi restino un po’ staccati… ecco, così. Adesso uniamo i palmi delle mani e alziamo le braccia tenendole un po’ piegate, quindi intrecciamo le dita e ruotiamo il bacino spingendo in avanti il braccio opposto al verso della torsione, prima da una parte, poi dall’altra cercando di mantenere sempre la respirazione in sincrono con il movimento… ecco, così, benissimo»
Dopo un paio di torsioni apro le dita per sciogliere le mani ma sento che Davide me le trattiene e mi fa: «No, papà, continuiamo ancora un po’, quest’esercizio mi piace molto».
“Uhm, forse dovevo saltarlo, muovendoci in questo modo i nostri bacini si sfiorano e così inevitabilmente pure i nostri sessi, ed ora anch’io comincio a provare una certa eccitazione sessuale ma cercherò di controllarmi”.
«Okay, poi dopo ti mostro l’esercizio da seduti che avevo fatto con Umberto»
Non dice niente e continua nei movimenti che evidentemente lo stanno eccitando un bel po’; ormai sento chiaramente il suo pisello sempre più duro che preme contro il mio bacino e anch’io sento il mio premere sul suo pube.
«Pa’, sbaglio o questo esercizio piace molto anche a te?»
«No, è normale che lo sfregamento provochi questo effetto»
“La verità è che neanch’io so resistere al desiderio, ho sopravvalutato la mia capacità di autocontrollo” penso.
«Dai papà, perché vuoi negare? Anche tu ti stai eccitando e non è solo per un fatto meccanico… quindi se è vero che la pratica yoga serve anche a liberarsi… come hai detto?... a liberarsi delle sovrastrutture mentali, dei pregiudizi e le paure che ci impediscono di essere autentici e sinceri con noi stessi, forse dovresti smetterla coi tuoi tentennamenti» detto ciò, di scatto libera le mani e mi abbraccia stretto, poi mi guarda un attimo negli occhi e mi bacia sulla bocca.
Non riesco a fare a meno di capitolare e rispondere al suo bacio, stringendolo anch’io.
Così Davide comincia a strofinare il suo bacino contro il mio, facendomi percepire con chiarezza la sua ormai completa erezione ma dopo un po’ è lo stesso anche per me.
Avendo rimosso tutti i nostri freni inibitori, continuiamo come in uno stato di trance. Mio figlio si abbassa e si caccia in bocca il mio cazzo e comincia a farselo scorrere dentro muovendo la testa avanti e indietro; io sento subito una sorta di scarica elettrica che dall’inguine arriva al cervello e perdo del tutto il controllo di me stesso: sono completamente in balia di Davide. Ritorno in me quando lo sento dire: «Ti prego pa’, voglio che tu mi entri dentro e diventiamo un tutt’uno… non dirmi di no, ti prego»
Sento che il suo desiderio si sposa col mio e così lo prendo per le spalle e lo invito a rialzarsi e dico: «Appoggiati coi gomiti sul tavolo, visto che ci troviamo in cucina farò una cosa che ho visto fare in un vecchio film»
Prendo dal frigo un panetto di burro e ne taglio un paio di strisce, ne metto una sul tavolo su cui è appoggiato Davide e uso l’altra per lubrificare il suo buco provando ad entrare dentro con un dito, ottenendo come risposta degli inequivocabili mugolii di piacere; poi prendo l’altra striscia e l’adopero per lubrificare la mia cappella e una parte dell’asta, riottenendo subito il totale indurimento del mio membro.
«All’inizio potresti provare un po’ di dolore ma cerca di non irrigidirti» gli dico.
«Va bene»
Punto il mio glande sull’apertura dell’ano e con estrema delicatezza inizio a spingere ma quando provo a forzare un po’ Davide emette un lieve gemito di dolore: «Ah! fai piano pa’».
«Devi cercare di rilassare i muscoli dello sfintere, prova a spingere un po’ in fuori come quando vai di corpo… ora riprovo»
«Okay»
Adesso sento che riesco a penetrare un po’ ma è ancora troppo poco, allora mi piego su di lui e avvicino la mia bocca al suo orecchio; con tutta la dolcezza di cui sono capace gli sussurro: «Calmati, sei nel posto più sicuro del mondo, non c’è niente di brutto che può accaderti... Davide, fammi entrare, se lo vuoi davvero»
«Lo voglio pa’, dai!»
E a quel punto sempre con estrema delicatezza, lentamente riesco a spingere tutto dentro il mio membro.
«Ahhh…» geme debolmente, io resto fermo.
«Sento ancora un po’ di dolore ma posso sopportarlo, continua» fa lui.
«Tranquillo, lasciati andare e tra un po’ sentirai solo piacere» e allora inizio a ritrarmi e a riaffondare dentro con molta cautela.
«Sììì pa’, ecco! È una sensazione bellissima, continua ti prego!»
Aumento un po’ il ritmo e l’intensità degli affondi e vedo che Davide comincia a masturbarsi e ora emette solo mugolii e gemiti di piacere; questo fa sì che la mia eccitazione giunga presto al culmine e così non riesco a trattenermi dall’eiaculargli dentro. Anche il suo orgasmo avviene quasi contemporaneamente, perciò si accascia sul tavolo e io sopra di lui.
Restiamo fermi così per qualche minuto ansimando in sincrono, poi è Davide il primo a parlare: «Pa’, credo che quelli che ho appena vissuto siano i momenti più belli della mia vita» e intanto volta la testa verso di me, al ché subito gli dò un bacio ma immaginando che il mio corpo inizi a pesare su di lui, mi ritraggo visto che il mio pene ritirandosi è uscito da solo e presi alcuni tovaglioli che stanno sul tavolo comincio a ripulire il suo buco da cui sta uscendo il mio sperma; poi mi torna in mente ancora quella domanda: “E adesso?”.
Dopo è di nuovo lui a interrompere il silenzio; mentre si rinfila i suoi boxer dice: «Dì un po’ pa’, qual è quel film di cui parlavi prima?»
«Mah, niente, è un film molto famoso di tanti anni fa con l’attore Marlon Brando: s’intitola “Ultimo tango a Parigi”»
«Mai sentito»
«Beh, magari un giorno ce lo vediamo insieme»
«Sicuro!».
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